C'è gente che va in manicomio
soltanto per morire
o perché una vedova bruciata dal freddo
ha regalato un anello falso
al principe delle onde
e così questa gente si vendica di tanti predoni
e dei doni che dio ha dato loro
con assenze private, con comodi irreversibili.
Fanno un fascio dei loro tormenti
e li bruciano al fuoco della morte
facendo strane fatture e strani scongiuri agli dèi.
C'è gente che vuole il veleno dei farmaci
e trova chi li accontenta
o coltelli di sguardo puro
per uccidere i santi e i trovatori.
E' la legge di chi divora la carne degli altri,
che hanno usato la loro pazienza
per non soffrire.
Ecco, questa Cé è bella tosta, non si contano certo sulle dita di una mano le volte che ho dovuto rileggerla. Non la conoscevo.
RispondiEliminaNon me la sento di commentare la poesia in sé, non ha bisogno di commenti; posso dire che ammiro il percorso della Merini. Voglio dire, nonostante tutto ciò che ha vissuto, lei prova a farci sentire la sua esperienza di vita, la sua verità, rendendola addirittura materiale poetico.
Frasi come "fanno un fascio dei loro tormenti e li bruciano al fuoco della morte", "o coltelli di sguardo puro" mi mettono i brividi e mi fan sussultare.